UN LIETO FINE

di Fabio Volino

Introduzione
Le ultime avventure di Prowler, il predatore notturno. Buona lettura!

Capitolo Primo
WHAT'S THE STORY (MORNING GLORY)?

Redazione di Now.

“Snnnnnooooooooowwwwwwwwwww!!!!!!!!”. La voce candida e soave di J. Jonah Jameson, il Direttore Editoriale della rivista per la quale lavoro da quando ho abbandonato il Daily Bugle: un giornale dalla lunga vita, a cui ho partecipato in parte anch’ io, Charlie Snow, nella speranza, quando andrò in pensione, che un segno tangibile della mia presenza rimanga.
“Snow, si può sapere perché batti così la fiacca?” chiede Jameson “Una sanguinosa guerra tra bande è appena terminata, tutti i nostri inviati stanno attingendo ai loro informatori per saperne di più… E tu te ne stai qui, immobile! Solo perché sei rimasto lievemente ferito durante l’ attacco di Bullseye non vuol dire che ti debba prendere un lungo periodo di riposo!”. Lo adoro quando fa così. “Perché devo avere simili persone stipendiate?” continua “E poi dov’è Parker?”.
“Ma signor Jameson” interviene un giovane accanto a noi “Oggi è impegnato alla Tricorp, passerà da noi domani mattina”.
“Cosa ci fai con le bozze di stampa ancora in mano?” chiede JJJ.
“Aspetto che sia lei ad indicarmi quale sia la migliore per darla agli stampatori, mister Jameson”.
“Bravo, sei un ragazzo giudizioso, fammi vedere… Questa no, no, robaccia, merda su carta, ecco questa qui di Kingpin che passeggia nel cortile del carcere, ci farà di certo incrementare il numero di copie”.
Il ragazzo si dilegua ed è solo a questo punto che intervengo:”In realtà, Jonah, non ho affatto battuto la fiacca: in questi ultimi giorni ho compiuto lunghe e minuziose ricerche su un eroe della città, magari potresti mettere il mio dossier nel supplemento alla rivista di domenica prossima”.
“Di quale eroe si tratta?” chiede lui. Gli porgo il mio fascicolo, meno cinque, quattro, tre, due….
“Coooooooossssssaaaaaaaaaaa??????”. Wow, in anticipo rispetto alla sua media, non sta affatto invecchiando precocemente. “Di tutti i dannati eroi fuorilegge che circolano in città tu mi porti un accurato dossier su… su Prowler? No, dico, Prowler, se facciamo una indagine per strada nessuno sa di chi stiamo parlando!”.
“Ed è per questo che intendo farlo conoscere: la sua storia è affascinante quanto quella di qualsiasi altro supereroe che abbia solcato i cieli della Grande Mela”.
“Bah, eroe? Ti scordi forse che cercò di rubare tempo fa il contenuto della cassaforte del Bugle?”.
“Tempi passati, Jonah. Perché non leggi il mio articolo prima di buttarlo nella carta straccia?”.
Jonah sbuffa, tira una lunga boccata dal suo sigaro, poi apre il fascicolo.

PROWLER, IL PREDATORE DEI CRIMINALI

 

La città di New York è anomala rispetto a tutte le altre: centinaia di supereroi solcano i suoi cieli, basta semplicemente alzare lo sguardo per vedere magari l’ Uomo Ragno volteggiare o Thor roteare il suo martello. Se siete dei turisti rimarrete certo  affascinati da questo spettacolo, ma noi newyorchesi ormai ci abbiamo fatto l’ abitudine e camminiamo a testa china come sempre facciamo.
Eppure… di questa colorata schiera di paladini che si ergono in difesa dei più deboli a volte qualcuno sfugge agli onori della cronaca, vuoi perché non viene considerato o vuoi perché appare poco oppure sparisce e non se ne sa più nulla. Quanti di voi ricordano persone come la Tigre Bianca? Omega lo Sconosciuto?O Thunderbolt? Ebbene, proprio su uno di questi esimi sconosciuti intendiamo incentrare oggi la nostra attenzione, per la precisione all’ eroe chiamato Prowler.
Prowler: il predatore. Nome certamente calzante per chi di notte si aggira in cerca delle sue prede che hanno nome criminali, spacciatori, ma soprattutto supercriminali. La sua identità è ignota, ma la sua storia è affascinante quanto quella di molti altri supereroi di questa incredibile, unica città.
Le prime notizie che si hanno su di lui non si definirebbero esattamente eroiche…

 

Peter Parker, freelance del Bugle: Ehm, sì, in effetti avevo sorpreso questo tizio che stava apparentemente tentando di trafugare la cassaforte del Daily Bugle. Ma è stato tutto un malinteso, anche se nella colluttazione ho rischiato di fare un bel volo giù in basso. Ma l’ Uomo Ragno è intervenuto e ha messo tutto a posto e vi assicuro che…

 

A tutt’ oggi è ignoto il motivo per cui Prowler abbia voluto balzare così agli onori della cronaca.

 

Uomo Ragno: È lo stesso destino capitato a me, uno tenta di mettersi in luce e viene subito denigrato. Chiaro che si rischi di passare il limite della sopportazione. Ma posso assicurare che…

 

Dopo quest’ episodio di Prowler si persero per qualche tempo le tracce, finchè non riapparve per indagare su una serie di omicidi avvenuti in alcune palestre di arti marziali. Il tutto lo portò a scontrarsi con l’ ex eroe noto come Tigre Bianca.

 

Hector Ayala, un tempo noto come la Tigre Bianca: Sì, ricordo quella faccenda, ma nacque tutto da un malinteso, del resto a quel tempo io stavo solo muovendo i primi passi nella mia tragica carriera supereroistica. E così venni accusato di questi omicidi e questo tizio verde mi attaccò. Ma poi divenimmo amici e quello scontro non fu nulla se paragonato al fatto che poco dopo fui costretto ad affrontare il Fante di Cuori e posso assicurare che…

 

Abraham Brown, gestore di una palestra coinvolta nel fatto: Ho ricordi molto offuscati di quel tempo, ho preferito allontanarli dalla mia mente. Perché vi posso assicurare che…

 

Dopo questo tentativo di riscattarsi, Prowler intravide la sua grande possibilità in un servizio giornalistico opera di tal Dollar Bill che invitava tutti coloro che lo desiderassero  ad entrare nel supergruppo allora segreto dei Difensori. È ignoto perché Prowler, eroe solitario e che opera sempre la notte, si sia presentato in pieno giorno di fronte a tanti supereroi più qualificati di lui. Sembra quasi che  tutta la vicenda sia stato scritta da un pessimo sceneggiatore. In ogni caso il nostro eroe venne coinvolto in una maxirissa messa in atto da un gruppo di supercriminali, che si spacciavano anch’ essi per Difensori!

 

Joe il Gorilla, testimone del fatto: Se lo ricordo quel giorno! Cioè, noi volevamo solo divertirci un po’, senza fare male a nessuno. Poi, quando abbranco quella bella tipa della Valchiria, lei dà di matto e inizia a darle a chiunque le capiti a tiro. Donne così meglio perderle che trovarle, credetemi. Prowler? Mai sentito. Sarà mica quel tipo che ha detto:”Basta, do le dimissioni da Difensore?”. Perché posso assicurare che…

 

Di nuovo, dopo questo evento, si persero le tracce di Prowler. Stavolta per molto più tempo. E, quando la sua sagoma si stagliò nuovamente tra i grattacieli di New York, si scoprì che era quella di un impostore. Infatti il criminale noto come Gatto, sobillato da una spietata stilista di moda dal nome in codice di Belladonna, trafugò il costume appartenuto all’ originale Prowler per compiere malefatte.

 

Uomo Ragno: È lo charme del costume, sì è così. Del resto anch’ io sono stato impersonato nel corso degli anni da Mysterio, un assistente di Mysterio, Kraven e altri che sicuramente scordo. Che ci volete fare? È il cosiddetto “fascino della divisa”, vale anche per noi supereroi e posso assicurare che…

 

Gatto: Proprio una pessima idea quella di andare a travestirmi da Prowler. Se potessi tornare indietro non lo farei di certo perché posso assicurare che…

 

E dunque la scomparsa di Prowler si protrasse per molto, molto tempo. Chissà, forse stava cercando di costruirsi una vita, magari avrà convolato a giuste nozze con la donna che ama. Chi può dirlo? Fatto sta che, alcuni anni dopo le sue “dimissioni” da Difensore, Prowler riapparve in un’ altra città, molto lontana dal suo usuale territorio di caccia: Los Angeles. Sono ignoti i motivi reali per cui il giustiziere si sia recato sulla Costa Occidentale.

 

Volpe Nera: Cioè, non saprei proprio dirvi perché ce l’ avesse tanto con me e gli interessasse tanto il calice che stavo ehm… prelevando dal centro civico Duncan. Eppure ci teneva così tanto! Peccato, perché dopo quel colpo mi sarei sicuramente ritirato in pensione. Sicuramente. Posso assicurarlo.

 

Justin Hammer: Bah, io questi supereroi proprio non riesco a capirli, sprecano un così grande potenziale in opere di bene che potrebbero essere reindirizzate verso qualcosa di più proficuo. E poi non capisco perché siate venuti ad intervistare me in merito a questa faccenda, perché vi posso assicurare che…

 

Prowler era tornato sulla breccia e, a quanto pare, stavolta per rimanerci per lungo, lungo tempo. Infatti poco dopo la sua carriera assunse una piega, per così dire, internazionale. Venne visto infatti più volte accanto alla symkariana Silver Sable, leader del gruppo di mercenari noto come Branco Selvaggio. Non sappiamo bene perché questa celebre donna abbia scelto un supereroe poco noto come Prowler, visto che, come è stato ampiamente dimostrato, aveva collaborato più volte con l’ Uomo Ragno e aveva alleati decisamente più celebri.

 

Silver Sable: Prowler è un buon elemento. Punto.

 

Insieme al Branco Selvaggio, Prowler girò il mondo ed ebbe modo di collaborare con altri supereroi.

 

Uomo Sabbia: Bah, a me non ha mai impressionato più di tanto.

 

Rocket Racer: È una delle persone migliori che abbia mai conosciuto.

 

Crippler: Non ho avuto il piacere di conoscerlo, purtroppo.

 

Battlestar: Le sue imprese mi hanno ispirato quando ero un ragazzo. Non che adesso non lo sia più, sia chiaro.

 

Non è chiaro invece se la collaborazione tra Silver Sable e Prowler continui tutt’ora, comunque da quel momento in poi il predatore di New York iniziò ad affrontare i pezzi grossi: il primo a cadere sotto i suoi colpi fu Adrian Toomes, l’ Avvoltoio, allora ringiovanito grazie ad un congegno chiamato Juvenator. L’ intervento di Prowler gli impedì di acquisire la proprietà della compagnia Bestman/Toomes, di cui era stato socio fondatore.

 

Avvoltoio: ...

 

Vi fu poi chi lo vide lottare contro il suo amico Rocket Racer.

 

Rocket Racer: Lo escludo nella maniera più assoluta.

 

Eppure, a quanto pare, qualcosa di grave doveva essere accaduto a Prowler, visto che un’ altra persona ne approfittò per prendere il suo posto. Stavolta toccò ad un infermiere di nome Rick Lawson vestire i panni del predatore notturno, compiendo con la sua nuova identità numerosi furti negli  appartamenti. Peccato non sapesse che l’ Avvoltoio avesse dei conti in sospeso col vero Prowler.

 

Rick Lawson: Unghhh…

 

Ancora una volta la fama di fuorilegge di Prowler aveva colpito nel segno. Eppure pare che in molti si siano scordati delle eroiche imprese di quest’ uomo. Perché? Forse è più facile diffidare di una persona che fidarsi? Forse è vero che l’ essere umano è per sua natura misantropo? Probabilmente sì, come è probabilmente vero che sono le avversità a renderci più forti. Prowler riapparve sulla scena qualche tempo dopo, impedendo che una nuova azienda di New York di nome Tomorrow venisse distrutta nientemeno che da Rhino.

 

Rhino: Quel moscerino, se lo ribecco! Intendiamoci, quel giorno ero fuori forma, per questo sono stato sconfitto. Ma appena esco da qui… Vedrete, una chiamata a Just… alla mia amica Justine e ritorno in pista! È sicuro.

 

E Prowler non si fermò qui: contribuì a scoprire un caso di inquinamento elettromagnetico, aiutò a bloccare la recente invasione marziana e, ultimamente, ha sconfitto un nuovo supercriminale di nome Pollution. La battaglia lo ha riportato di nuovo alla Tomorrow.

 

Elias Winters, capo della sezione newyorchese della Tomorrow: Non so se Prowler abbia qualche legame con noi, ma sono certo di una cosa: di dovergli molto. Sicuramente non starei qui a parlare senza di lui.

 

Oliver Osnick, dipendente della Tomorrow: Ehm, Prowler? Non lo conosco molto bene, quando è intervenuto o non ero ancora impiegato qui o ero fuori lavoro. Peccato, mi piacerebbe fare quattro chiacchiere con lui.

 

Pollution: Glub!

 

C’è anche chi lo ha visto spesso in compagnia di un altro essere dalle strane fattezze, un tizio tutto rivestito da una armatura con dei tentacoli. Sicuri che non sia il Dr. Octopus, ci domandiamo chi possa essere. Chissà, forse la fama di Prowler è giunta ad un punto in cui anche lui ha la sua spalla nella lotta al crimine, tipo Batman e Robin o Capitan America e Bucky.
Ma vediamo di tirare alcune conclusioni a questa affascinante storia:

 

Uomo Ragno: Voglio solo dire a Prowler, se mai leggerà questo articolo, di non mollare mai e continuare a combattere il crimine come ha sempre fatto. In questo mondo sempre più preda della malvagità e della corruzione occorre un loro predatore. E Prowler è la persona più adatta.

 

Uomo Sabbia: Beh, io sono la dimostrazione vivente che una persona può cambiare stile di vita e dunque perché dubitare delle intenzioni di Prowler?

 

Silver Sable: Chi non apprezza Prowler è un grande idiota. E questo vale per tutti, compreso quell’ editore che un tempo assoldò il Branco Selvaggio per proteggere il suo giornale dall’ attacco di Octopus.

 

Abraham Brown: Una volta mi salvò la vita affrontando il Dragone Bianco. Quindi cosa credete che pensi di lui? Per me è come se fosse… un fratello.

 

Rocket Racer: Prowler, ci incontriamo domenica al solito posto.

 

Rhino: Non incrociare più la mia strada, Prowler. Lo dico per il tuo bene.

 

Rick Lawson: Prometto di non rifarlo più.

 

Gatto: Il mondo del crimine può scordarsi la mia faccia.

 

Elias Winters: Chiunque sia Prowler, dovunque si trovi, voglio dirgli:”Grazie”.

 

Volpe Nera: Sono felice di non aver più nulla a che vedere con i supereroi: mi sono ritirato.

 

Avvoltoio:

 

Pollution: Glub, glub!

 

E cosa ne pensa l’ uomo della strada di questo eroe?

 

Hobie Brown, l’ uomo della strada: Scusate, ma ho fretta, devo andare al lavoro. Comunque ho molta stima di Prowler.

 

Facciamo nostre queste ultime parole.

 

FINE

 

Redazione di Now.

 

Jameson sbuffa:”Hrumpff… Snow, non penserai davvero che ti pubblico questa spazzatura?”.
“È di certo un punto di vista originale su un supereroe ancora poco noto, sicuramente attirerà il pubblico” ribatto.
“Ma insomma, la storia della vita di questo fuorilegge è stata anche descritta bene, seppur carente di sangue e tragedie che fanno sempre vendere di più. Ma le interviste, dove li sei andati a scovare tutti questi schizzati?”.
“Sono sicuro che saranno proprio le interviste ad interessare di più il pubblico”.
Jameson tira una lunga boccata dal suo sigaro, segno che è in profonda meditazione. Se tutto va bene entro venti minuti avrò deciso.
Gliene bastano sei:”Ok, qualche limata qui e là, qualche bella foto d’ impatto e direi che si può pubblicare. Ma non nel supplemento domenicale della rivista, quello lo dedicheremo alla cattura di Kingpin. Piuttosto nel prossimo numero, nelle pagine centrali, farà più effetto. Comunque scordati che gli dedichiamo la copertina!”.
JJJ sta per andarsene, ma sono certo che vuole aggiungere una ultima cosa, lo fa sempre. È così infatti:”Ah, Snow, togli quel commento di Sable sull’ editore, ci rovina l’ immagine”.
Vi ho detto che lo adoro? Charlie Snow vi saluta e vi dà appuntamento al prossimo scoop. A chi mi potrei dedicare stavolta? Annex? Uhm, molto interessante.

 

Tomorrow. Una settimana dopo.

 

Un Hobie Brown tra lo sconcertato ed il favorevolmente sorpreso legge da cima a fondo l’ articolo. Ma davvero hanno dedicato tempo e forze per fare una biografia su di lui? Non può negare che la cosa gli faccia piacere. Ciò gli fa pensare che è da tempo che non vede Hector Ayala, chissà dove si trova ora.
Ad un tratto nel suo ufficio entra Ollie Osnick, che richiude accuratamente la porta:”Ma è proprio vero, Hobie?” chiede.
“Pare proprio di sì, mi hanno dedicato…”.
“No, non parlo di quello” lo interrompe Ollie “Ma del fatto che hai provato ad entrare nei Difensori, non ti facevo così spavaldo. Sul serio hai dato le ‘dimissioni’ dal gruppo?”.
“Lasciamo perdere ora”.
"No, no. Continuiamo, invece, voglio sapere tutto di questa cosa. Perché ti posso assicurare che…”.

Capitolo Secondo
EROE

Casa Osnick.

"Allora, Ollie" afferma Jane Lane "Oggi è il grande giorno".
"Già" risponde lui "Sto per riscrivermi all' università".
"Come ti senti?".
"Desideroso di cominciare. Ma anche, sotto certi versi, deluso a causa dei sacrifici che questa scelta comporterà".
"La tua attività supereroica, vero? Bisognava optare tra una vita piena di successi o una carica di stenti. E tu hai scelto bene, credimi. Inoltre, non è certo una scelta eterna, ti pare? Prendilo come un 'anno sabbatico', un periodo di riflessione".
"Sì, hai ragione. Beh, allora vado ad iscrivermi" dichiara Ollie.
"Di già? Le segreterie chiudono alle diciassette e sono solo le nove del mattino".
"Beh, vuol dire che ne approfitterò per fare una passeggiata". "E per chiarirmi meglio le idee" pensa il ragazzo.
Il giovane sta per avviarsi all' uscita quando Jane lo chiama:"Ollie, ricordati una cosa: non importa che tu indossi o meno un costume, rimani sempre un eroe".
"Ed un eroe ci salverà" conclude Ollie, uscendo.

Per strada.

"Eroe, sarà così?" pensa Ollie "Io ho iniziato per emulazione, ero affascinato dal supercriminale Dr. Octopus, il mio primo costume era addirittura modellato su di lui. Beh, non che i tentacoli del Ragno d' Acciaio non debbano qualcosa a lui, certo".
Quasi senza accorgersene, il ragazzo arriva nei pressi di un negozio che lui conosce molto bene:"È ancora qui? Con tutte le recessioni che ha passato questo paese, credevo che questa bottega di giocattoli avesse ormai chiuso. Ma per me è stato più di questo, qui ho combattuto la mia prima 'battaglia' contro l' Uomo Ragno, che mi aveva scambiato per il Dr. Octopus. Col senno di poi, posso dire che fu un' esperienza alquanto umiliante".
In quel momento delle voci giungono alle orecchie di Ollie: ne ricerca la fonte, scoprendo che provengono da un palazzo in fiamme. La gente è piena di paura, ma pochi secondi dopo, con l' arrivo dei pompieri, si risolleva.
"Questi sono veri eroi" pensa Ollie, che nota che insieme a loro vi è una donna molto avvenente: pur essendo vestita da pompiere si nota subito che non fa parte di loro, troppo curata nell' aspetto, le sue mani prive di calli. Quando a ruota scende anche un cameraman diventa tutto chiaro. "Ma certo, ora la riconosco!".
"Qui è Trish Tilby, per lo speciale sui nuovi eroi di New York…". Ollie attende la fine del servizio, poi con coraggio si avvicina alla giornalista:"Mi scusi, potrei farle una domanda?".
Trish lo osserva con curiosità:"Cosa c'è?".
"Ammiro molto i suoi servizi, miss Tilby, lei è sempre pronta a darci le notizie più importanti. Ecco, mi chiedo: come fa? È sempre in prima linea, dove c'è un avvenimento importante si può essere certi che ci sia lei. Ha forse sviluppato qualche potere?".
"Non possiedo il dono dell' ubiquità" ribatte Trish sorridendo "Ed è un peccato: mi sarebbe molto utile. Ma forse una sorta di potere lo possiedo: ho fiuto, so dove la notizia mi aspetta e non me la lascio sfuggire. A volte ciò mi porta anche nei guai: recentemente sono rimasta ferita e, come se non bastasse, subito dopo rapita. Ma questi eventi non mi hanno abbattuto, anzi: mi hanno dato nuova forza e, pochi giorni dopo, ero ancora in prima linea, come dici tu. Intendiamoci, ho fatto i miei errori, errori gravi, che forse rimpiangerò tutta la vita. Ma ogni sera, quando torno a casa sapendo di aver fatto il mio dovere, di aver dato agli americani quello che è un loro diritto fondamentale, sapere, beh allora sono pienamente appagata".
"Si considera un eroina?".
"Mi considero una persona che fa bene il proprio lavoro: non serve necessariamente avere superpoteri o attrezzature tecnologiche per dimostrare di essere una persona speciale, basta che guardi gli eroi qui presenti".
Ollie osserva il lavoro dei pompieri, che si estende anche dopo aver spento l' incendio, nel prestare soccorso ai feriti, confortarli e tentare di salvare ciò che è possibile:"Ha proprio ragione, la ringrazio".
"Di nulla, ma chi sei?".
"Una persona che spera di ritrovarsi appagato stasera" risponde Ollie.

Un' ora dopo.

Per un po' il giovane ha vagato senza meta, poi ha sentito come il dovere di venire qui, al Liceo dell' East Side di Manhattan. Un luogo importante per la sua vita, in più di un senso: qui ha conosciuto Jane, all' inizio quasi non lo degnava di un' occhiata, ma poi prese le sue difese contro alcuni bulli che lo perseguitavano e da quel giorno in poi nacque un qualcosa di speciale, anche grazie all' Uomo Ragno (che strano pensare che sia stato sempre presente nei momenti che contano). A quei tempi aveva adottato una nuova identità supereroica: lo spettacolare Ragno-Kid. Più ci pensa e più si chiede quale follia lo avesse colto in quei giorni. Qui nacque anche, in un certo senso, il Ragno d' Acciaio: Jane rimase ferita in seguito ad uno scontro a fuoco, il giorno prima della consegna dei diplomi, e lui rielaborò il costume di Ragno-Kid in qualcosa di molto più sofisticato e… meno idiota! Un nuovo eroe di New York, inizialmente dalla vita molto breve, uno scontro con un idiota patentato chiamato Signore della Vendetta, che l' aveva scambiato per l' Uomo Ragno (una persecuzione). Poi nulla più, fino a quando non decise di aiutare, guarda caso, l' Uomo Ragno contro i Sinistri Sei. Gliene sono successe di cose da quel giorno.
Ollie sente dei rumori sopra di sé e alza il volto: sui tetti della zona sta passando Capitan America. La vista di quell' uomo, di una leggenda, lo emoziona: vive a New York da anni, ne ha sempre sentito parlare, eppure questa è la prima volta che lo vede in azione, anche se solo per saltare da un tetto all' altro. Anche se… questo non può essere il vero Cap: la vera leggenda è morta in azione, nell' adempimento del proprio dovere. Ollie ricorda bene quel giorno: lui e Jane piansero a lungo. Poi, qualche tempo dopo, giunse la notizia di un nuovo Cap in città.
Più che chiedersi chi possa mai essere, Ollie sente di ammirare colui che ha deciso di continuare la leggenda, di infondere nuova fiducia ai cuori degli americani in questi difficili momenti. Soprattutto perché il peso da sostenere non è indifferente, anzi, forse insopportabile, ma a quanto pare lui vi riesce: un vero eroe.
I pensieri di Ollie vengono interrotti dall' arrivo di un uomo in costume, che gli urla:"Fatti da parte, ragazzo, se non vuoi guai!". Ollie lo fa, non perché abbia paura, ma perché ha visto che qualcun' altro sta per occuparsi di questo criminale: Occhio di Falco!
"Insomma, Ringleader" esclama l' arciere "Sei un vero guastafeste: vedo Capitan America, decido di fare quattro chiacchiere con lui, poi noto te che rapini una banca. Solo perché recentemente i Vendicatori hanno perso alcuni privilegi non significa che non ti possa schiaffare in prigione".
"Non mi prenderai, arciere" afferma Ringleader lanciando i suoi anelli, ma Falco li evita agilmente.
"Sai" dice Clint Barton "Forse dovresti tornare nei Lanciatori, insieme potreste riuscire ad ottenere un cervello!".
Nonostante la baldanza dell' arciere, la battaglia potrebbe durare a lungo. Ollie decide allora di intervenire in suo aiuto ed, afferrando una mazza lasciata da qualche gang di quartiere, colpisce il criminale alle spalle. Costui non fa in tempo ad urlare di dolore che una elettrofreccia lo colpisce al petto e lo manda ko.
"Molto avventato, ragazzo" commenta Falco "Potevi rischiare grosso. Fortunatamente è andato tutto bene".
"Credevo di averla vista in difficoltà e volevo essere d' aiuto" risponde Ollie.
Clint gli posa una mano sulla spalla:"Sì, ti ringrazio. Ma ricorda: fare l' eroe non è un mestiere facile, anzi, impone molti sacrifici. A volte occorre rimanere uomini, vivere la propria vita in modo sereno, stare accanto alle persone a noi care e costruire una famiglia".
"Come i Vendicatori?".
"Sì, in effetti i Vendicatori possono essere considerati una sorta di gruppo fraterno, pronto a sacrificarsi per gli altri: è il nostro mestiere del resto. Ma una famiglia… no, una famiglia si basa su altre caratteristiche".
"La ringrazio: certo che definirmi eroe per una semplice bastonata è forse esagerato".
"Hai dimostrato coraggio, affrontando senza paura Ringleader: basta questo. Molte persone che conosco non lo possiedono" risponde Clint "Ed ora scusami, ma devo riportare questo bell' uomo nel posto che gli compete".
Occhio di Falco si allontana, ma a Ollie tornano in mente le sue ultime parole: bisogna costruire una famiglia. Una famiglia, sì, sa a chi può rivolgersi, sperando lo ricevano.

Davanti al Four Freedom Plaza.

La vista da lontano di quest' imponente edificio lo rinfranca: è un ritrovato simbolo della città. Senza di esso era in un certo senso come sentirsi indifesi, inadeguati ad ogni possibile attacco: un sentimento folle, certo, ma condiviso da chissà quante altre persone.
Ollie si avvia verso il Plaza quando dei ragazzi vestiti in modo appariscente per poco non lo investono: una bella ragazza bionda si scusa con lui, poi si riunisce ai suoi amici radunati vicini ad una vetrina.
"Che modi, ragazzi" dice lei "Non avete nemmeno chiesto scusa".
"Ci hai pensato tu a fare da ambasciatrice, Paige" ribatte un ragazzo di colore.
"Allettante come ruolo, Everett".
"Ehi, Monet!" esclama una ragazza dai tratti asiatici "Cosa ne pensi degli abiti di questo negozio? Troppo economici per le tue tasche e la tua perfezione?".
"Almeno io posso aspirare alla perfezione, Jubilee" risponde Monet "Tu nemmeno questo".
"Ragazzi, trattenetemi se no la ammazzo!".
"E perché mai dovremmo farlo?" ribatte un ragazzo dallo strano colorito di pelle "È per questo che ci siamo allontanati dall' istituto per questo giorno, per divertirci un po'. E la lotta tra due belle tipe come voi rientra nel pacchetto".
"Allora tu sarai il prossimo a subire la mia giusta ira, Angelo" controbatte sorridendo Jubilee.
"A volte siete proprio insopportabili" interviene Paige "Ma è anche per questo che stiamo bene insieme: perché siamo grandi amici prima di tutto il resto. Ed è l' amicizia ciò che cementa la nostra unione, bisogna coltivarla sempre. Perché quando sei a terra, solo gli amici possono tirarti su di morale".
"Bel discorso, Paige" dice Everett "Te lo sei scritto prima e l' hai tenuto da parte per tutti questi anni o ti è venuto spontaneo?".
"A casa, stasera, sfodererò su di te la mia… pelle migliore!" afferma sorridendo Paige.
"Simpatici" pensa Ollie "E quella ragazza ha ragione: se ho compiuto certe scelte giuste in passato lo devo anche al fatto che ho avuto degli amici leali con cui confidarmi".
L' ultimo ragazzo del gruppo, quello che non ha ancora parlato ed il cui mento è avvolto da una sciarpa, si rivolge improvvisamente verso Ollie: pare quasi abbia intuito le sue preoccupazioni. Poi è come se vi fosse una voce dentro Ollie, che gli dice:"Ricordatelo bene". Il ragazzo scuote la testa, meglio che continui a camminare.

Four Freedom Plaza.

"Buongiorno, sono Roberta. Benvenuti al Four Freedom Plaza. Cosa posso fare per voi?".
Parlare con un robot non è certo una esperienza a cui si è abituati e per qualche istante Ollie rimane immobile e silenzioso. Poi si riprende e chiede:"Vorrei vedere i Fantastici Quattro".
"Ha un appuntamento?".
"Veramente no, ma credevo che i Fantastici Quattro risolvessero tutti i problemi. Ed io ne ho".
"Vieni pure". Una voce soave e decisa allo stesso tempo. Ollie si volta e, come tanti uomini prima di lui, non può che rimanere abbagliato di fronte alla bellezza di Susan Richards, la Donna Invisibile "Vieni pure, oggi è stranamente una giornata senza sussulti e una visita di un nostro fan ci farà bene. Mi ricorda i bei tempi, quando rispondevamo alle lettere dei nostri ammiratori".
Ollie viene introdotto nelle ampie stanze dell' edificio e non può che restare sbalordito di fronte agli imponenti macchinari che ha di fronte: semplicemente straordinari. Si raccontano molte leggende a proposito del genio di Reed Richards: ora capisce perché.
Ma vi sono persone che vedono cose del genere tutti i giorni e per loro simili cose sono normale routine. Una di queste è Ben Grimm, alias la Cosa, che mentre sbuffa beatamente un sigaro volge lo sguardo a Susan:"Chi è 'sto tipo?" chiede.
"Un nostro fan, Ben" risponde la Donna Invisibile "Deve chiederci alcune cose".
"E tu l' hai fatto entrare? Se lo facessimo con tutte le mie fan saremmo rovinati".
"Speriamo non debba farci dei quiz di intelligenza" interviene Johnny Storm, alias la Torcia Umana "Altrimenti Benjy è da escludere in partenza".
La Cosa si volge verso il suo compagno di squadra:"Sai, sono molto preoccupato".
"E per quale motivo?" chiede Johnny.
"Perché è passata la mattinata ed ancora non mi hai combinato nessuno scherzo: per me vuol dire grossi guai in vista".
"Insomma: un giorno di ferie me lo prendo anch' io ogni tanto".
Mentre i due continuano a parlare la Donna Invisibile conduce Ollie verso il laboratorio di Reed Richards, ovviamente chiuso a chiave. Susan bussa energicamente:"Reed, esci da lì per favore: abbiamo un problema da risolvere". Nessuna risposta. "Reed, insomma, sei rimasto chiuso lì dentro tutta la settimana: cosa hai fatto?".
La porta si apre e la mente più geniale del pianeta compare sulla soglia:"Beh, Susan, ho pensato. Ed ho scoperto un modo per…".
La Donna Invisibile lo blocca:"Me ne parlerai dopo, ora devi ascoltare questo ragazzo" ed indica Ollie. Reed rimane in attesa.
"Beh, ecco" tituba Ollie "Forse appena vi avrò rivolto la mia domanda penserete di aver perso il vostro tempo. Però volevo chiedervi come fate a conciliare le esigenze della vostra famiglia con quelle di essere eroi".
"Non ci fai affatto perdere tempo" dichiara Reed "Anzi, è una domanda giusta, alla quale è difficile trovare una risposta appropriata. Vero è che la nostra forza come gruppo si fonda soprattutto sulla nostra forza come famiglia, spesso è capitato che alcuni di noi dovessero per un motivo o l' altro abbandonare i ranghi e ogni altro componente si sentiva come se una parte di sé gli fosse stata portata via. Perché insieme riusciamo ad affrontare anche le peggiori avversità ed a trovare le soluzioni ai più disparati problemi. Perché, prima che essere eroi, siamo esseri umani, preda degli stessi dubbi che capitano a tutti gli altri. Ed è sempre meglio affrontare una faccenda delicata insieme alle persone care piuttosto che da soli".
In quel momento giunge Franklin Richards, che attira l' attenzione di Susan:"Mamma, giochi insieme a me ai videogiochi? Dai, mamma".
Susan lo prende in braccio:"Io non sono logorroica come mio marito e ti dico solo questo: quando sono a terra so di poter contare almeno su una cosa, l' affetto dei miei cari. La migliore medicina".
"Ciao, mi chiamo Franklin, vuoi giocare con me?" chiede il bambino ad Ollie.
"Purtroppo ho un impegno molto importante, ma se ti va posso ritornare".
"Sì, dai, sono imbattibile ai videogiochi!".
"Lo vedremo. Vi ringrazio" dice poi rivolto ai due eroi "E scusate se vi ho fatto perdere tempo".
"Te lo ripetiamo" dice Reed "Non ci hai fatto perdere tempo: soprattutto se abbiamo risolto un tuo dilemma".
"Spero di potervi rivedere presto" conclude allora Ollie salutandoli. Susan lo riaccompagna all' uscita:"Sai, ti ho visto molto pensieroso all' entrata ed è per questo che ti ho fatto entrare. Sapevo che risolvere il tuo problema era importante quanto sventare una minaccia criminale: il mondo si migliora anche così, un passo piccolo alla volta".
Sul tragitto vedono Ben che si porta alle labbra una tazza di caffè, ma quando le sue labbra toccano il liquido…
"Bleaaaaahhhh! Che schifo è qua dentro?" esclama.
"Credimi, Ben" dice la Torcia Umana "Non vorresti saperlo".
"JOHNNY, IO TI AMMAZZZOOOOOOO!!!!!!!!! " urla la Cosa lanciandosi al suo inseguimento.
"Ma si comportano sempre così?" chiede Ollie stupito.
"No, oggi sono più calmi del solito" risponde sorridendo la Donna Invisibile.

Qualche ora dopo.

"Cosa ci faccio ancora in giro?" si chiede Ollie "Ho preso tante metropolitane che ho perso il conto. I colloqui che ho avuto oggi sono stati molto importanti per me: eppure non riesco a trovare il coraggio di fare l' ultimo passo".
Il tragitto lo conduce davanti al palazzo dell' ONU, imponente come e più del Four Freedom Plaza. Il ragazzo lo osserva per qualche secondo, finchè una voce femminile non attira la sua attenzione.
"Piace l' articolo, ragazzo?". Ollie si volta: è destino che oggi incontri solo donne affascinanti.
"Molto bello, davvero".
"Se vuoi te lo posso vendere: ho una percentuale su ogni foto che viene scattata, sai?" dice la ragazza.
"Cosa? Ma sicuramente scherzi: il palazzo dell' ONU non può essere venduto".
Il volto della ragazza assume uno sguardo tra il divertito ed il rassegnato:"Già e tu non hai mai visto i film con protagonista un grande attore italiano".
"Ehi, ma io ti riconosco!" esclama Ollie "Sei Sun, fai parte di WorldWatch. Cosa ci fai qui?".
"Il ragazzino ha vinto una bambolina!" ribatte Sonia Elios "Quanto a cosa ci faccio qui, beh, non è che mi sia impedito di passeggiare".
"Lavorare per un gruppo importante sarà certamente massacrante".
"Certo, ma ha anche i suoi lati positivi. Ho conosciuto persone indimenticabili, che mi hanno insegnato molto".
"Io sono alla vigilia di un importante cambiamento per me e… ancora non mi decido a prenderlo".
"Come mai?".
"Mi fa paura".
"E allora affronta le tue paure e sconfiggile: se non ci provi, non ti meriti il mio rispetto, né quello degli altri".
"E conta?".
"Più di quanto tu possa immaginare" risponde Sun sorridendo.
"Devo iscrivermi all' università: la mia fidanzata ci tiene molto".
Il sorriso di Sonia scompare:"La cosa da chiedersi è: ci tieni molto anche tu?".
"Sì".
"E allora iscriviti, porca… Li odio i ragazzi indecisi. Hai l' amore di una donna (che di certo non è bella come me) e i vostri interessi convergono: perché non proseguire su questa strada?".
"Il fatto è che questa strada mi allontanerebbe da un certo tipo di vita che ho finora condotto e a cui sono molto affezionato".
"Ogni scelta importante di vita comporta dei sacrifici" ribatte Sun "Il vero eroe è quello che la prende senza esitare".
Il volto di Ollie si illumina e ripensa a tutte le frasi che ha udito oggi:"Ogni sera, quando torno a casa sapendo di aver fatto il mio dovere… sono pienamente appagata" ; "Fare l' eroe non è un mestiere facile, anzi, impone molti sacrifici. A volte occorre rimanere uomini, vivere la propria vita in modo sereno, stare accanto alle persone a noi care e costruire una famiglia" ; "È l' amicizia ciò che cementa la nostra unione, bisogna coltivarla sempre. Perché quando sei a terra, solo gli amici possono tirarti su di morale" ; "È sempre meglio affrontare una faccenda delicata insieme alle persone care piuttosto che da soli" ; "Quando sono a terra so di poter contare almeno su una cosa, l' affetto dei miei cari. La migliore medicina" ; "Ogni scelta importante di vita comporta dei sacrifici. Il vero eroe è quello che la prende senza esitare". Hanno tutti ragione: bisogna costruirsi il proprio futuro insieme ai propri cari, prendere insieme a loro le scelte più importanti, andare avanti nella vita. Essere prima di tutto uomini e, quando è il caso, eroi. Anche se non si possiedono superpoteri. I sacrifici? Inevitabili, ma ad Ollie non fanno più paura.
"Grazie" dice allora rivolto a Sun "Mi hai aperto gli occhi. Scusa, ma ora devo andare" e fugge via.
"Se vuoi posso aprirti anche qualcos' altro" dice Sonia quando ormai è scomparso alla vista. "Ah" pensa poi "Fidanzato anche lui: è proprio vero che c'è carenza di maschi disponibili".

Segreteria dell' Empire State University.

"Aspetti, non chiuda" implora Ollie.
"Avrei una certa fretta" prova a dire la segretaria.
"È molto importante per me: devo iscrivermi e voglio farlo ora".
La segretaria sorride:"Mi piacciono i ragazzi decisi: il tuo nome?".

Tomorrow Inc. Il giorno dopo.

Un' altra dura giornata di lavoro giunge al termine e Hobie Brown si appresta a tornare a casa quando Oliver Osnick lo chiama.
"Volevo semplicemente dirti" afferma il ragazzo "Che ti sono molto grato per la tua amicizia: è molto importante per me".
"Ti… ti ringrazio" ribatte un po' stranito Hobie "La stessa cosa vale per me". "Ha passato un brutto periodo di recente, ma a quanto pare ne è uscito fuori" pensa poi Hobie "Ne sono molto lieto".
"Ah, per quanto riguarda quell' altra faccenda…" inizia Ollie.
"Altra faccenda? Quale… Ah sì, l' altra faccenda!".
"Ecco, di quella non me ne occuperò più per molto tempo ora che sono iscritto all' università: un piccolo periodo di riflessione, mentre mi dedico ad altre cose, forse più importanti. Sai, ho cominciato ad invidiarti per il fatto che tu stia per diventare padre".
"Oh, puoi sempre recuperare" ribatte Hobie.
"È quello che farò" conclude Ollie andandosene.

Las Vegas. Ufficio di Harold Howard.

Il multimiliardario consulta una delle tante informazioni passategli dal Pensatore Pazzo.
Osnick, Oliver: 99,99% Ragno d' Acciaio.
Howard appallottola il foglio e lo getta nel cestino dei rifiuti:"Garantito" pensa "Questa informazione non mi sarà mai utile".

First City Bank.

"Dannazione, quanto costano le tasse universitarie" pensa Oliver Osnick mentre si avvicina alla cassa "Buongiorno, vorrei ritirare cinquecento…".
"Fermi tutti! Questa è una rapina!". Un colpo viene sparato verso l' alto e la gente si butta sul pavimento. La guardia distratta estrae la pistola d' ordinanza, ma il rapinatore gliela punta contro, la sua mano trema tantissimo:"Non fare mosse azzardate o la paghi!".
Solo Ollie è rimasto in piedi, quel ladro non brilla certo per coraggio. E allora fa una mossa coraggiosa ed avventata allo stesso tempo: parla con lui!
"Cosa credi di ottenere agendo così?" chiede il ragazzo.
Il rapinatore lo osserva senza spostare l' arma dalla traiettoria della guardia:"Stai indietro! Stai indietro!".
"Credi davvero di avere qualche speranza? Anche se riesci ad uscire da qui avrai la polizia alle calcagna e, francamente, non mi sembra che tu abbia molte possibilità di sfuggire alla cattura".
"Stai indietro, ho detto!".
"Vuoi pagare con la tua vita, con la tua libertà per ottenere cosa? Ciò che il destino ti ha sottratto? Devi lottare per avere ciò che desideri, ma nel modo giusto: e questo non lo è". Il ladro pare esitare. "La vita comporta spesso scelte difficili da prendere ma non dobbiamo mai desistere e l' unica cosa da cui dobbiamo arretrare è il male. Altrimenti perseguiterà la nostra coscienza per sempre".
E allora il rapinatore, nell' abbassare la pistola, compie un gesto impensabile: piange. "Non… Non volevo! Ma mia figlia non mangia da giorni e nessuno mi dà lavoro! Dovevo…".
"No, ci sono altre vie e non è giusto che tua figlia soffra per i tuoi errori. Racconta alla polizia ciò che hai detto a me: saranno comprensivi, vedrai, e magari i servizi sociali ti aiuteranno".
La guardia ne approfitta per disarmare il ladro e ammanettarlo:"Davvero un bell' azzardo, ragazzo, ma complimenti!".
"Non gli faccia troppo male, mi raccomando" dice Ollie "Il destino è già stato troppo ingiusto con lui".

Qualche minuto dopo.

Alcuni agenti della polizia hanno preso in consegna il rapinatore: pareva avere un volto sereno.
"Speriamo bene" pensa Ollie. Sta per avviarsi verso casa quando qualcuno lo chiama:"Beh, dico, mi rubi il mestiere adesso?". Il ragazzo alza lo sguardo per trovarsi di fronte l' Uomo Ragno appiccicato ad un muro.
"Uomo Ragno! Che bella sorpresa! Sai, sono riuscito ad evitare il peggio e senza l' uso della forza".
"Notevole, decisamente notevole: cosa ci facevi qui?".
"Ritiravo un po' di denaro: sai, mi sono iscritto all' università".
"Ah, mi fa molto piacere sentire questa notizia: sarai molto impegnato in futuro".
"Beh, non proprio, abbandonerò… sai cosa voglio dire, insomma".
"Uffa, dovrò faticare doppio!" ironizza l' Uomo Ragno "Scherzi a parte, Ollie, volevo dirti che, nonostante alcune tue avventatezze, sei un ragazzo intelligente e meriti il meglio. Cerca di guadagnartelo, non sarà affatto facile".
"Le difficoltà non mi spaventano".
"Così voglio sentirti parlare". Poi da una mano di Spidey spunta una ragnatela:"Comunque spero di rivederti presto: sei uno dei miei eroi preferiti!".
Ollie lo osserva finchè non scompare all' orizzonte. Poi si incammina verso casa. Verso il suo futuro.
"I miei giorni da supereroe sono per il momento acqua passata. Cammina a testa alta, amico! Ho la certezza che ci renderai fieri! È venuta finalmente l' ora di costruirti una vera vita. Sono proprio curioso di vedere quel che farai. E scommetto che non sono il solo".

Capitolo Terzo
MA CHE CALDO FA!

Virginia.

Un bambino sta allegramente giocando a palla in un cortile insieme agli altri suoi amici: il suo volto è felice, appagato, ma tradisce anche una profonda stanchezza, come se dentro di sé fosse invecchiato precocemente a causa di drammatiche esperienze. Ed è così, infatti. Poco lontano da lì sua madre lo osserva, anch' essa serena: l' incubo è alle spalle, potranno condurre una vita normale. Ma forse non oggi.
Ad un tratto qualcuno abbranca da dietro la madre e, grazie ad un panno imbevuto di cloroformio, la manda nel mondo dei sogni. Poi un essere imponente si dirige verso il bambino: i suoi amici fuggono non appena vedono l' uomo ed il bambino si volta. L' incubo è ritornato.
"Ciao, Seth" esclama l' uomo "Pensavi davvero che mi sarei dimenticato di te?".

New York.

"Pronta per il nostro bel viaggetto, Mindy?" chiede Hobie Brown, che sta caricando alcuni bagagli sulla sua macchina.
"Siamo sposati da tanto tempo, eppure ancora certe tue idee riescono a stupirmi, anche una apparentemente banale come una vacanza".
"Voglio che tu ti rilassi il più possibile in attesa dell'… importante evento che ci aspetta. Inoltre era da tempo che non facevamo una cosa del genere, sarà divertente, vedrai".
"Sì, ci lasciamo alle spalle l' afosa New York per recarci nella fredda Virginia" ironizza Mindy.
"Ehi, la visione degli Appalachi merita: non potremo fare una escursione completa per evidenti motivi, ma sarà comunque un evento memorabile".
"Sì, stai tranquillo, non intendevo burlarmi della tua pensata: vado un attimo a prendere alcune cose, poi partiamo".
Mentre sua moglie rientra in casa, Hobie finisce di caricare e chiude il cofano posteriore dell' auto, sulla quale si è appena appollaiato un insetto. Che risponde al nome di Uomo Ragno!
"È arrivato il tempo delle grandi manovre?" chiede l' eroe.
"Niente affatto" dice Hobie come se nulla fosse, del resto è quasi diventata un' abitudine parlare col suo ex mentore "Diciamo che io e Mindy ci prendiamo una bella boccata d' aria per tornare più rinvigoriti di prima".
"Ah, le vacanze: è da tempo immemorabile che non ne faccio, più o meno da quando Electro lavorava ancora per una compagnia elettrica. Ne ricordo una orribile in Perù che… ma lasciamo perdere".
"Noi andremo un po' meno lontano, in Virginia".
"Ehi, ci sono stato una volta anch' io!" esclama l' Uomo Ragno "Che bei ricordi: non capita tutti i giorni di rischiare di essere colpiti da una fornace vivente! Adoro il mio lavoro. Comunque, Hobie, volevo ringraziarti per il recente aiuto che mi hai dato… quando hai fornito l' armatura del Calabrone Rosso a… quando me l' hai fornita insomma. Sei stato più utile di quello che pensi. Beh, ora devo andare ed auguri per il tuo bambino!".
L' Uomo Ragno inizia a volteggiare via ed Hobie si chiede come mai non si ricordi più che sta aspettando una coppia di gemelli. Ma l' arrivo di Mindy allontana questi pensieri:"Partiamo?".

Virginia. Il giorno dopo.

"Lei non può trattenerci qui!" urla la mamma di Seth, Charla, all' uomo che ora sta davanti a lei: non ha per ora indosso la sua armatura, ma il suo sguardo è sufficiente a procurarle un brivido lungo la schiena. L' ha già conosciuto in passato, sperava che se ne fosse andato per sempre: ma perché il destino deve sempre prendersela con la brava gente?
"Posso, eccome, mia cara" ribatte l' uomo "Suo figlio è la chiave perché io, Jonathan Darque, possa riottenere la mia reputazione. Ultimamente le mie azioni sono molto calate…".
"Ma sta perseguendo un obiettivo impossibile! Seth è guarito, non è più un bambino mentalmente ritardato: c'è voluto tempo, medicine e pazienza, ma ora è uguale a tutti gli altri bambini. E la sua capacità di fare complessi calcoli matematici è… sparita! Non c'è più".
"Non spererà certo che io me la beva: capacità del genere non si perdono mai. È un ragazzo intelligente, mi colpì già la prima volta che lo incontrai*, dunque quando lo metteremo di fronte alla scelta se salvare o meno la vita di sua madre… credo prenderà la decisione giusta. Portatela via!".

* V. Uomo Ragno 72

Due sgherri di Darque eseguono: lui non ha rimorsi, sta facendo questo per il bene comune, per cui ha già preventivato delle vittime sacrificali. Anche se lui preferisce definirli martiri.

Poco lontano da lì.

"Guarda che belle montagne, Mindy!" esclama Hobie Brown "Valeva davvero la pena venire qui".
"Apprezzerei di più se tu mi aiutassi a scaricare alcune cose" ribatte sua moglie.
Suo marito sorride:"Hai ragione. A causa del tuo stato interessante non potremo inerpicarci più di tanto, ma vedrai che ci divertiremo comunque".
"Sì, tanto chi fatica sono…". In quel momento Mindy perde la presa sullo zaino di suo marito, che cade a terra: non essendo ben chiuso, si apre parzialmente, rovesciando parte del suo contenuto. La parte che non doveva essere rivelata.
"Cosa vuol dire questo?" chiede la donna.
"A cosa ti riferisci?".
"Lo sai bene a cosa: al tuo costume di Prowler! Per fortuna che non c'è nessuno qui intorno, se no saresti già rovinato. E comunque perché l' hai portato qui?".
"Non saprei dirtelo: un impulso, una sensazione".
Mindy richiude lo zaino e si avvicina a Hobie:"Caro, cerca di capire questo: stai per diventare padre. Padre, lascia che questa parola ti entri bene in testa. Tu non hai superpoteri come i Fantastici Quattro o l' Uomo Ragno: quando ti esponi sei più a rischio di altri. Hai mai pensato a come mi sento quando esci la notte? Il pensare che tu non possa tornare, il fatto che ogni volta che squilla il telefono io sobbalzo per paura di sapere chi ci sia dall' altra parte… tutto questo mi distrugge! Me ne andai per questo una volta, poi capii che era stato un atteggiamento egoistico da parte mia: non intendo ritornare a quei tempi, solo pensa al fatto che tra pochi mesi avrai due figli a cui pensare. Ci pensi se rimanessero senza loro padre? La loro infanzia verrebbe minata, magari verrebbero ghettizzati dagli altri bambini a scuola. Dimmi, ci hai mai pensato?".
"Vuoi forse dire che devo abbandonare la mia identità di Prowler?".
"Ti chiedo solo di pensarci: la decisione finale sarà la tua ed io la accetterò. Io mi fido di mio marito. Ed ora iniziamo questa scampagnata? Non siamo certo venuti fin qui per litigare!".

Empire State University.

"Ed eccoci dunque giunti al mio primo giorno di università" pensa Ollie Osnick mentre sale le scale di questo imponente edificio: l' atmosfera è affollata e soffocante come al solito, ma il ragazzo non vi bada. Ora deve solo trovare la classe dove si svolgerà la sua lezione tra circa mezz' ora.
Ad un certo punto vede una sala svuotarsi e numerosi studenti uscirne: dietro di loro un altro giovane che esorta loro:"Mi raccomando, studiate bene gli appunti che vi ho fornito".
"È il professore?" pensa Ollie "Decisamente ha bruciato le tappe". Dunque si avvicina per avere la sua informazione:"Mi scusi, è lei il professore di fisica? Sto cercando l' aula…".
"Guarda un po' chi si rivede" pensa il professore, che poi risponde:"No, io sono quello di biochimica molecolare. L' aula di fisica è due classi più avanti, sala E. Ti troverai bene col professore, è molto competente ed esperto".
"La ringrazio" conclude Ollie incamminandosi. Davvero gentile quell' uomo, ispira davvero fiducia.
In breve arriva dove indicatogli ed entra: all' interno vi è già un' altra persona, un uomo giovane con un paio di baffetti. A quanto pare qualcuno l' ha preceduto.
"Anche tu sei qui per la lezione?" chiede Ollie.
L' uomo si volta ed annuisce:"Sì, sono molto interessato ad essa".
"Mi è stato detto che il professore è una persona esperta e competente: deve essere uno di quei decani dalla barba lunga e dall' aria saccente. A proposito, non ci siamo ancora presentati: mi chiamo Oliver Osnick".
L' uomo gli stringe calorosamente la mano:"Piacere di conoscerti: il mio nome è Hector Ayala. E sono il tuo professore".
Sul volto di Ollie si dipinge lo stupore e vorrebbe prendersi a pugni in faccia:"Cominciamo decisamente bene. Ma questo istituto è il ritrovo dei baby professori?".
"Ma non preoccuparti" lo rassicura sorridendo Hector "Non sono tipo da portare rancore".

Rifugio di Darque.

"Ciao, Seth" dice l' uomo sedendosi davanti a lui "Come ti senti oggi?". Il bambino è impegnato a fare un disegno e non gli risponde. "Sai, amico mio, a volte la vita è profondamente ingiusta: il giorno prima viviamo tranquilli, il giorno dopo va tutto in rovina. Ma a volte è il nostro stesso atteggiamento egoistico a condannarci, il fatto che pensiamo solo a noi stessi senza preoccuparci degli altri. Tu hai delle grandi capacità, Seth, che è giusto tu condivida con altri, per il bene comune".
"Non ho più quelle capacità" ribatte il bambino "Non ricordo più la formula sull' energia radiodiffusa".
"Non è vero e lo sappiamo bene tutti e due" controbatte Darque "Dunque o ti fai venire in mente al più presto quella formula o a pagare la tua presunzione sarà tua madre. Sei un ragazzo intelligente, Seth, agisci di conseguenza. Ti do tre ore, poi…". E così dicendo Darque si avvia all' uscita. Sta quasi per varcare la soglia quando Seth lo richiama:"Mi scusi, ma se voleva quella formula perché non me l' ha chiesta gentilmente invece di apparire minaccioso, rapendo me e mia madre come fossimo oggetti da sfruttare? Forse in quel caso sarei stato maggiormente ben disposto. Io sono un ragazzo intelligente, ma lei?".
Darque, piccato, non ribatte ed esce:"Pagherai cara la tua arroganza, ragazzino!" pensa.

Poco lontano da lì.

"Allora, Mindy" chiede Hobie "Come ti senti?".
"Stanca morta" risponde lei, adagiando il suo zaino e sedendosi su una roccia la cui forma ricorda quasi quella di una sedia "Per quanto mi riguarda io mi fermo qui".
"Mia cara, devi ancora vedere la parte migliore…".
"Lascio a te questo onore, amore" ribatte con ironia la donna.
Hobie si guarda intorno, poi chiede:"Tu mi aspetterai qui o…?".
"Ho come l' impressione che la tua non sarà una breve passeggiata, quindi, appena avrò recuperato un po' le forze, tornerò alla baita che abbiamo affittato. Ti aspetto lì".
"Va bene" dice Hobie iniziando ad allontanarsi. Il sentiero procede tranquillo per un paio di chilometri, poi si biforca in due direzioni, una tranquilla che conduce ad una piccola sorgente naturale poco davanti, l' altra sostanzialmente impraticabile e che non porta da nessuna parte. La scelta pare obbligata quando Hobie nota una cosa, inforca il binocolo che ha al collo e poco dopo ha la conferma:"Wow, è quel raro esemplare di aquila chiamato… argh, non mi ricordo il suo nome preciso, comunque Robert si roderà dall' invidia se gli porto una foto di quel volatile".
L' uomo imbraccia la sua macchina fotografica e tenta di avvicinarsi, ma ad un certo punto l' aquila si alza in volo e si dirige verso un albero più lontano. Hobie non demorde e, inoltrandosi ancor di più nel malagevole sentiero, la insegue: si apposta infine vicino ad un cespuglio ed effettua una foto perfetta. Sta per andarsene quando nota una cosa sul terreno.
"Tracce di zolfo? In questa zona? Che ci siano degli agenti inquinanti nelle vicinanze? Forse sono troppo paranoico, però…". E così percorre ancora il sentiero fino a che esso non termina davanti ad una parete di roccia. "Uhm, forse mi sono sbagliato, meglio…".
In quel momento Hobie vede la parete che, improvvisamente, sta per aprirsi e, alla massima velocità, si nasconde nel più vicino cespuglio:"Una finta parete!" pensa "Ci manca solo che lì dentro ci sia la Spectre!".
No, Hobie, c'è solo uno che pare aver recuperato una tuta malandata dell' AIM! Si aggira per la zona, raccoglie alcuni campioni di qualche materiale, poi inizia a guardarsi intorno, finchè qualcuno non lo richiama.
"Johnson, sbrigati a tornare! Se qualcuno ti vedesse…".
"Ma chi vuoi che venga qui? Nessuno percorre queste vie da decenni. Comunque arrivo".
"Anche perché non vorrai certo affrontare l' ira del capo: ora che ha quel prezioso prigioniero, non tollera alcun errore o ritardo".
"Prigioniero?" pensa Hobie "Qui la situazione si fa decisamente spinosa. E non ho nemmeno tanto tempo per pensare: la 'parete girevole' sta per chiudersi. Ah, Mindy, perdonami, ma non posso lasciare un innocente nelle mani di questi criminali". E, velocissimo ma allo stesso tempo senza far rumore, entra anch' egli all' interno della montagna, la parete girevole che si richiude subito dietro di lui.
Subito Hobie si acquatta in un angolo, nella speranza che nessuno l' abbia visto: speranza ripagata. Davanti a lui vi è un lungo corridoio che, all' inizio, è avvolto in un imponente buio. Pochi metri più avanti, però, le prime luci artificiali tracciano i contorni di questa insolita base. I due uomini finto-AIM che Hobie aveva visto sono a circa venti metri, gli danno le spalle, e arrivati in fondo al corridoio svoltano a destra.
Hobie si alza e capisce subito che in abiti civili potrà fare ben poco: estrae dunque dal suo zaino il costume di Prowler e rapidamente lo indossa. E pensare che era certo che si sarebbe rivelato un bagaglio superfluo! Misurando ogni passo, Hobie avanza per il corridoio, poi si appiatta sul muro poco prima della svolta a destra: dà una fugace occhiata, nessuno, solo un altro corridoio. Prowler lo percorre e, arrivato alla fine di esso, ha un' enorme rivelazione.
"Wow, ma questa è una base criminale in piena regola" pensa "Ed è stata costruita all' interno della montagna: i tizi che dovrò affrontare sono davvero ingegnosi, speriamo non siano altrettanto atletici e robusti. Mi chiedo, tuttavia, cosa abbiano intenzione di fare…".
Non fa quasi in tempo a porsi questo quesito, che l' eroe vede sotto di sé una persona, una donna, che viene violentemente strattonata e trascinata via. Che sia il prigioniero cui accennavano quei due uomini poco fa? Ad un tratto la donna riesce a liberarsi della stretta dei suoi aguzzini e ne approfitta per dare un calcio al basso ventre di uno di loro. Mentre costui si contorce dal dolore, la donna colpisce al volto il suo compare e tenta di fuggire. Ma la sua fuga è destinata a essere breve: qualcuno sta puntando un fucile contro di lei.
"No!" urla Hobie, lanciandosi all' assalto del tiratore, il quale fa appena in tempo a voltarsi che gli artigli di Prowler calano su di lui, sfregiandogli parte del volto. Mentre urla di dolore, Hobie lo mette ko, ma ormai è stato individuato. Altri criminali, fortunatamente sprovvisti di armi, tentano di sorprenderlo, ma grazie alla sua forza ed agilità riesce a liberarsi di tutti loro, poi si avvicina alla donna.
"La prego!" dice lei "C'è mio figlio tenuto prigioniero, dobbiamo liberarlo!".

Poco più in là.

"Signore" grida un alleato di Darque "Qualcuno ha assalito la nostra base!".
"Non preoccuparti, penserò io a lui" dice l' uomo, che poi si rivolge a Seth "Allora, hai fatto quel che ti ho chiesto o devo passare alle maniere forti?".
"Ecco la formula" dice il bambino passandogli un foglio pieno di cifre e calcoli.
"Benissimo!" esulta Darque "Ed ora è tempo che Magma entri in azione".

"Dove si trova suo figlio?" chiede Hobie dopo essersi sbarazzato degli ultimi assalitori.
"Lì, in quella stanza" indica Charla.
L' eroe sta per recarvisi quando vede un uomo imponente venire verso di lui e puntargli addosso qualcosa: la prontezza di spirito di Prowler permette a lui e a Charla di evitare la letale fiammata e a porsi al riparo.
"Lei stia qui" dice Hobie "Penserò io a lui". "Spero, almeno" pensa.
Esce dunque di nuovo allo scoperto, ma una nuova fiammata di Magma rischia di colpirlo:"Vorrei proprio sapere perché ultimamente affronto criminali molto più potenti di me" pensa Prowler "Tuttavia… quei suoi lanciafiamme sono sì la sua arma letale, ma potrebbero anche rivelarsi il suo punto debole. Devo provarci!".
Magma lancia un' altra fiammata, Hobie la evita con un salto arrivando a pochi metri da lui: lì aziona i mini estintori piazzati dentro il suo costume e ricopre il volto di Darque della loro schiuma.
"Argh!" urla il criminale "I miei occhi!".
Ma Hobie non lo sta a sentire: balza sopra la sua armatura, prende i suoi lanciafiamme e glieli punta contro il petto:"Per citare una immortale canzone… Ma che caldo fa!". Poi Hobie aziona le letali armi e due potenti fiammate partono dirette contro il petto di Magma, che assorbe il violento impatto e viene spedito dritto contro una parete della montagna, dove perde i sensi. Il rinculo, tuttavia, sbalza anche Prowler, che ricade pesantemente a circa dieci metri di distanza. Solo per caso e fortuna, non ha nulla di rotto.
"Santo cielo, potevo restarci secco… È davvero questa la vita che voglio far vivere ai miei figli?".
Pochi secondi dopo, Seth corre verso sua madre, che lo accoglie a braccia aperte. Dopo averli lasciati gioire, Hobie interviene:"Scusate se vi disturbo, ma bisognerà chiamare la polizia".
"Ci ho pensato io, signore" afferma Seth "Col computer ho segnalato la nostra posizione alla più vicina stazione di polizia locale, ormai dovrebbero essere qui a momenti".
"Allora forse è il caso che io mi dilegui" dice Prowler "Prima, però, chiarite un mio dubbio" e indica Magma "Ma chi diavolo è quello?".
Alcuni minuti dopo, mentre i poliziotti portano via Jonathan Darque ed i suoi sgherri, Charla chiede a suo figlio:"Ma poi la formula gliel' hai data?".
"Una formula a dire il vero sì, ma era la teoria della relatività: nulla di così moderno ed innovativo".
Charla abbraccia Seth:"Rimani sempre un bambino prodigio".

Casa Brown. Qualche giorno dopo.

"Mindy" dice Hobie "Devo dirti una cosa importante".
"Ti ascolto".
"Sai, ho pensato molto a quanto mi hai detto in Virginia ed avevi ragione: i miei figli non meritano una vita dove corrono il rischio di perdere loro padre più del dovuto. Dunque ho deciso di abbandonare la mia identità di Prowler".
Mindy lo abbraccia:"Sono felice che tu mi abbia ascoltato, sono davvero felice per te e… per noi".
"D' ora in avanti mi dedicherò solo ed esclusivamente alla mia famiglia" conclude Hobie.

Capitolo Quarto
CHE CI SIA LA VITA!

"One day I will become the father of a son! Alleluia, alleluia, alleluia!".
Queste le parole di una canzone che rimbomba nei muri, mentre Hobie Brown sale le scale di un semi fatiscente palazzo sito nel quartiere del Bronx. Onestamente non pensava di recarsi qui: quando aveva ricevuto quella lettera aveva immediatamente pensato allo scherzo cinico di qualche buontempone, ma poi… rileggendola meglio si era accorto di come essa potesse considerarsi veritiera, affidabile. Insomma, valeva la pena di darci un' occhiata. E chissà, forse non è stato tanto l' aver ricevuto la lettera, quanto il fatto che, per la prima volta da tempo immemore, Hobie Brown si trova di nuovo di fronte al fantasma di suo padre. Non l' ha mai conosciuto praticamente, è morto quando lui era troppo piccolo, un tempo aveva solo i ricordi (non belli, ad onor del vero) trasmessigli da suo fratello Abe e da sua madre. Per tutta la vita ha vissuto all' ombra di un uomo da cui credeva di essere odiato, finchè ha scoperto che quell' uomo era qualcos' altro, qualcosa di molto diverso dal ritratto che di lui (per la gelosia o la rabbia per essere stati lasciati) era stato fatto.
Un eroe: sì, per quanto questa parola potesse sembrare aliena se a lui diretta, Lincoln, il padre di Hobie Brown, è stato un eroe. Ha salvato molti suoi commilitoni che, senza di lui, oggi non sarebbero padri di famiglia, lavoratori o persino barboni (ma anche questa sorte è preferibile alle torture che avrebbero subito se fossero stati catturati). Finché, durante un' imboscata, un suo compagno di pattuglia non fece quello che invece Lincoln aveva fatto per così tanto tempo: lo abbandonò dietro le linee nemiche, condannandolo così a morte. Hobie ha scoperto tutto questo molto tempo fa, facendo ricredere della sua opinione anche Abe, ma ora di nuovo quei giorni, quel volto, quel nome che a volte riaffiora, sono tornati alla sua mente quando ha ricevuto questa lettera.
"Gentile Mr. Brown,
lei non mi conosce: mi chiamo Mike Phillips e sono stato un compagno di pattuglia di suo padre Lincoln durante la guerra. Per me è stato più che un amico, è stato un fratello, avrei fatto per lui qualunque cosa. Parte del mio cuore è scomparsa insieme a lui quel tragico giorno in cui ci fu quell' imboscata. Per un po' sono stato prigioniero di guerra, poi poco prima della fine del conflitto venni rilasciato: mi stabilii in Canada, per dimenticare ogni esperienza che avevo vissuto. Ma due cose rimanevano insieme a me, due cose di cui Lincoln (destino? Sua volontà?) era privo quel giorno: la sua medaglietta di riconoscimento ed una lettera che stava per scrivere alla sua famiglia. Mi vergogno di farmi vivo solo ora, ma questi ultimi anni sono stati per me molto più che un incubo, ricostruirsi una vita non è affatto facile, mi creda. Ora però è giunto il tempo di rimediare: mi sono temporaneamente stabilito presso l' appartamento di un mio ex compagno di pattuglia (a volte il mondo è davvero piccolo) e qui sono venuto a conoscenza della sua presenza in questa città. Ho scritto anche a suo fratello, presso la sua palestra, ma finora non ho ricevuto risposta. Dunque mi rivolgo a lei, sperando che voglia ascoltarmi e dare a suo padre quel giusto riconoscimento che in vita non gli è stato attribuito".

Ed eccolo dunque Hobie all' indirizzo indicato nella missiva: esita per qualche secondo, poi bussa con decisione alla porta. Si odono dei passi all' interno, poi un piccolo spiraglio si apre ed un uomo dal portamento elegante, seppur in abiti decisamente non alla moda, appare, una catenella a coprirgli in parte il volto.
"Mr. Phillips, sono Hobie Brown e…".
Il volto dell' ex soldato improvvisamente si illumina:"Ah, finalmente! Entri pure".
Dopo qualche istante, il dipendente della Tomorrow fa il suo ingresso in un appartamento né angusto né spazioso, seppur arredato con gusto.
"Sono qui per una riunione di ex soldati" spiega Phillips "Finora me ne ero tenuto lontano, poi non so cosa sia scattato dentro di me, mi è venuta voglia di rivedere i vecchi amici, di rivivere quei tempi sì tragici ma che mi hanno donato anche momenti indimenticabili. Ed ho portato con me quei ricordi di suo padre, testimonianza di un grande eroe. Eccoli".
Phillips estrae da una piccola cassetta due oggetti altrettanto piccoli, ma di immensa importanza per Hobie Brown: come se fosse una sacra reliquia esamina la medaglietta con su inciso il nome BROWN, poi apre la lettera e la legge. Le parole lo colpiscono più di quanto si aspettasse, sembra quasi che…
Ad un tratto un urlo proveniente dalla strada sottostante attira la sua attenzione. Hobie e Phillips si precipitano a vedere ed osservano gente in fuga e dietro di loro… un sinistro figuro in costume.
"Dannazione!" esclama Mike "Il mio amico mi aveva detto che in questo quartiere a volte avvengono delle razzie, ma non mi sarei mai aspettato di vederne una dal vivo. Lei sa chi è quello?".
"Sì. Ed intendo fermarlo" risponde Hobie.
"Cosa? È impazzito? Lasci queste faccende a chi è più esperto. Così rischierà solo la sua vita!".
Hobie stringe nel suo pugno la medaglietta di suo padre:"No, non fallirò, perché in nome di quanto ho più caro al mondo devo fermare quel criminale".
Poi si precipita lungo le scale.

Empire State University.

"Molto bene, ragazzi" dice Hector Ayala "Consegnatemi pure le vostre tesine, le correggerò al più presto". Gli allievi eseguono, poi escono dall' aula. Rimane solo Ollie Osnick.
"Bellissima lezione, stamattina" commenta il ragazzo.
"Mi chiedo sempre se ciò che vi insegno oggi avrà un riflesso nei vostri futuri".
"Questo sta a noi accertarlo: lei deve solo fare ciò che sa fare al meglio".
"Sì, forse hai ragione: ora scusami, ma devo andare".
Ollie raccoglie le sue cose e sta per uscire anche lui quando nota che, nella fretta, Hector ha lasciato sulla cattedra una tesina. Veloce, la raccoglie e si reca nel suo ufficio: bussa ma, non ricevendo risposta e vedendo la porta socchiusa, entra comunque, lascerà il tutto sul tavolo. Solo che, mentre posa la tesina, qualcosa attira la sua attenzione. Non sa cosa lo spinga a restare, piuttosto che ad andarsene via, ma c'è un cassetto aperto davanti a lui dentro cui vi sono alcuni articoli di un giornale, il Daily Globe. Ed in essi vi è una rivelazione.

Bronx.

"Mi avete deluso, profondamente" afferma un essere rivestito di un costume bianco e che lancia raffiche infuocate "E il Dragone Bianco non ama essere preso in giro, preparatevi a…".
"A soffrire le pene dell' Inferno" conclude Hobie "Questa battuta era già vecchia quando il Teschio Rosso portava i pannolini, voi supercriminali non migliorate mai il vostro repertorio?". Nello scendere, Hobie si è messo attorno al collo la medaglietta appartenuta a suo padre.
"Non so chi tu sia, ma ora pagherai questo affronto" ribatte il Dragone.
"Anche questa è vecchia!". Un' altra voce, un' altra persona. Un altro eroe.
"Fratello!" esclama Hobie "Credevo non saresti mai venuto".
"Alla fine ho deciso di lasciarmi alle spalle tutti i pensieri, sia buoni che cattivi, che avevo su nostro padre" risponde Abe Brown "E dunque eccomi qua".
"E cosa credete di fare? Siete solo in due: tra l' altro mi ricordo di te con quegli orribili capelli ricci, la scorsa volta quasi ti uccidevo, stavolta non mancherò il bersaglio".
"Due? Conta meglio, amico" dice Abe. E pochi istanti dopo al suo fianco appaiono altre due persone, che un tempo erano sulla bocca di tutti. "Permettimi di presentarti Lotus Shinchuko e Bob Diamond. Hai mai visto il suo film American Fighter XIII?".
"Sei al solito un pessimo contatore, Abe" dice l' attore "Era solo il dodicesimo capitolo".
"Ah, perdonami".
"Non avevo previsto la cavalleria" afferma Hobie.
"Oh, sai, era da tempo che noi Figli della Tigre sognavamo di fare una bella rimpatriata: quale miglior occasione di questa?".
"Non so se siate dei folli usciti dal manicomio" esclama il Dragone Bianco "O stiate cercando di prendermi in giro, comunque…".
Con un urlo all' unisono i quattro eroi si lanciano contro il criminale. Costui non fa in tempo a capire la situazione che un violento calcio di Abe lo coglie al volto: si gira e davanti a lui vi è Hobie, che gli assesta un potente pugno al ventre. Mentre sta per accasciarsi, Bob incrementa la dose con un altro pugno al volto. Lotus chiude la sequenza, con un perfetto calcio volante che mette ko l' imbelle supercriminale.
"Dodici secondi" esclama poi "Secondo me è un nuovo record".
"Wow, ragazzi" dice in quel momento Mike Phillips apparendo dietro di loro "Questo quartiere ha vissuto nella paura per molti mesi e voi l' avete estirpata in pochi secondi".
"Anche se non sarò più Prowler" pensa Hobie "Posso sempre fare qualcosa di buono". Poi dice:"Ora chiami la polizia".
"Già fatto".
In quel momento il cercapersone dell' eroe di colore squilla e lui lo afferra con ansia, poi sul suo volto si dipinge un' espressione di gioia e sconvolgimento allo stesso tempo:"Cosa? Mindy ha avuto le doglie e sta per partorire, ma mancano almeno tre settimane a…".
"Parto prematuro, fratello, non ne hai mai sentito parlare?" chiede Abe "Vedrai che andrà tutto bene: rechiamoci subito all' ospedale".
"Vi auguro buona fortuna" dice Mike Phillips "La stirpe di Lincoln Brown è davvero una delle migliori". In quell' istante giungono anche le volanti della polizia.

Empire State University.

Vi è un unico argomento in quegli articoli: le avventure di un eroe noto come Tigre Bianca. In tutta franchezza Ollie non ha idea di chi possa essere. Ne scorre uno dopo l' altro, finchè giunge a quello in cui si rivela la vera identità dell' eroe: Hector Ayala! A quanto pare, fu rapito dal criminale Lightmaster e, in diretta televisiva, fu costretto a questa mossa: un gruppo sovversivo approfittò di ciò e sterminò la sua famiglia, uccidendo quasi anche Hector. Miracolosamente si salvò e decise di abbandonare la carriera supereroistica. Vita dura davvero.
Ora è ricomparso in questa università, in cui un tempo era un semplice studente: nonostante tutto, è riuscito a ricostruirsi una vita. Certo che la sua vita passata intriga Ollie: del resto, anche lui ha abbandonato la carriera supererostica per perseguire i suoi obiettivi, chissà, magari Hector può dargli qualche suggerimento.
Lo squillo che segue quasi lo fa sobbalzare per la paura: ma è solo il suo cellulare. Ollie risponde e, dall' altra parte, c'è un trafelato Hobie che gli dice che Mindy sta per partorire e di raggiungerlo subito, se può. "Corro" risponde Ollie. Per fortuna, oggi non ha più lezioni da seguire: gentile comunque da parte di Hobie riferirgli la notizia, è proprio un grande amico.

New York Memorial Hospital.

Con una sgommata forse un po' troppo azzardata, l' auto della polizia si ferma davanti all' ingresso dell' edificio. Ha trasportato qui un padre ed uno zio imminenti, Hobie e Abraham Brown: teoricamente abuso di potere, ma per questa volta si può lasciar passare. Anche perché colui che ha offerto il passaggio è davvero una persona altolocata.
"La ringrazio, capitano Stacy: è un onore aver viaggiato col capo della polizia di New York" dice Hobie.
"Lasci stare. Ed ora vada a stare accanto a sua moglie".
Senza farselo ripetere, l' uomo si precipita alla reception, dove chiede informazioni. Poco dopo gli viene fatto indossare un camice e, poco prima di essere condotto in sala parto, si rivolge a suo fratello:"Tornerò presto, Abe, non angosciarti nell' attesa".
"E come potrei fare diversamente?" chiede lui "Comunque rimarrò fuori ad attendere Bob, Lotus e gli altri nostri amici". Infine suo fratello sparisce alla sua vista.
Abe si siede poco distante dall' ingresso nella sala parto: però, quanta strada ha fatto Hobie in questi anni. Sembra passata un' eternità eppure un tempo non lontano era un lavavetri a cui il destino ha voluto concedere una chance nei panni di Prowler. Ha lottato, ha sofferto, solitamente non è mai stato sotto l' occhio dei riflettori, eppure… è uno dei più grandi eroi di questa città. È migliore di molti altri, anche di lui, del Figlio della Tigre per antonomasia.
In quel momento un altro uomo di colore irrompe trafelato nella sala d' attesa, in barba al divieto di non fare rumore:"Sono arrivato tardi, è vero? Sì, è così, lo sapevo, non riuscirò mai a perdonarmelo e…".
"Calmati, fratello" lo tranquillizza Abe "Sei giunto in tempo".
"Chi… Ah sì, mi ricordo di te, sei il fratello di Hobie. Come procede il parto?".
"Vorrei tanto sapere la risposta a questa domanda".

Alcuni minuti dopo.

Ad Abraham Brown e Robert Farrell si aggregano in breve tempo anche Bob Diamone, Lotus Shinchuko e Elias Winters, direttore della Tomorrow Inc., l' azienda per cui Hobie lavora: è raro che presenzi ad eventi del genere, ma Hobie è una persona speciale del resto. Infine anche Ollie Osnick fa il suo ingresso:"Scusate il ritardo, gente, ma venire dall' università a qui in metropolitana è stato un incubo".
È l' ultimo commento per altri svariati, angoscianti minuti. Poi una infermiera porta un mazzo di fiori.
"Da parte di chi?" chiede Bob.
"Non c'è alcun bigliettino allegato" risponde l' infermiera.
Tuttavia Robert Farrell un' idea l' avrebbe: sono tutte rose bianche. Bianche, come i capelli di una certa persona. L' eroe noto anche come Rocket Racer si chiede se sia solo un gesto di cortesia da parte sua oppure un messaggio per far sapere ad Hobie che non si è scordato di lui… ed un giorno potrebbe aver bisogno del suo aiuto.
Infine l' attesa viene premiata: dalla sala operatoria esce una dottoressa, che subito si avvicina agli apprensivi astanti:"Salve, sono la dottoressa Salinas e volevo dirvi che l' operazione si è svolta senza alcun problema e da pochi secondi Hobie e Mindy Brown sono diventati genitori di due splendidi bambini, un maschio e una femmina".
Un urlo di gioia si eleva subito da alcuni, subito zittito dagli altri. Anche nei momenti festanti, ci aggrappiamo alle convenzioni di tutti i giorni, forse per non perdere del tutto il contatto con la realtà.
"Cosa aspettiamo, allora?" esclama Abe "Andiamo a vederli".
Ma la dottoressa Salinas frena il loro entusiasmo:"Dovrete attendere solo qualche minuto, prima fate riprendere un po' di respiro ai due neo-genitori".

Sala parto.

I due neo-genitori succitati, per ora soli nel momento più bello della loro vita, osservano i loro due figli.
"Hobie, non trovi che siano magnifici?" chiede Mindy.
"Anche di più" risponde l' uomo "Dentro di me adesso vi è una gioia che… che… che non riesco a descrivere, ecco".
"Una nuova vita, delle nuove responsabilità".
"Già, ma sono certo le sapremo affrontare al meglio. Dobbiamo farlo soprattutto per loro. Sai, sembra quasi che mio padre avesse previsto una cosa del genere".
"Cosa intendi dire?".
"Oggi sono venuto in possesso di una sua lettera, senti cosa disse:"Figli miei, qualsiasi cosa accada, ricordate sempre che siete Brown ed i Brown non si piegano mai. E qualora un giorno aveste dei figli, insegnate loro gli stessi valori di rettitudine che io ho insegnato a voi". Ed è quanto faremo".
"Sai, Hobie, in questi ultimi giorni ho pensato, ho pensato molto: sono stata troppo dura con te in Virginia. Nei panni di Prowler fai cose straordinarie, cose meravigliose, per cambiare in meglio la tua parte di mondo. È ingiusto che io ti privi di ciò, Prowler già una volta è stato motivo di divisione tra noi. Non voglio che lo sia più. Devi continuare ad essere Prowler".
"Lo farò per le persone che più amo".
In quel momento qualcuno bussa alla finestra.
"Ma chi…" esclama Hobie "L' Uomo Ragno?". Poi apre la finestra:"Che ci fai qui?".
"Un uccellino mi ha avvertito di un lieto evento". L' uccellino in questione era il capitano Stacy, che gli aveva confidato cosa era successo quasi per caso, non sapendo quanto Hobie Brown significasse per il tessiragnatele. "E dunque sono venuto qui a farvi i miei migliori auguri". Anche Peter Parker è padre, anche lui ha provato questa gioia, anche se per molto tempo gli è stata negata. Anche lui si sforza di cambiare il mondo per amore dei suoi cari e, nonostante quanto possa dire in merito, lo fa alla grande.
"Non credevo davvero saresti venuto: hai significato molto per me, mi hai insegnato il significato della parola eroe".
"Eh, come maestro sono imbattibile. Ora scusatemi se vi saluto, ma ho impegni urgenti". La verità è che non vuol tradire la sua commozione per questo evento davanti ai loro occhi, Peter Parker sa essere anche un uomo sensibile. "Magnifici bambini" dice congedandosi.
Pochi secondi dopo irrompono nella sala anche Abe e gli altri:"Hanno provato a bloccarci, ma finalmente siamo riusciti a passare" ; "Oh, che magnifici occhi" ; "Tutti loro padre" ; "A me sembrano più simili alla madre" ; "Posso prenderli in braccio?".
"Come li chiamerete?" chiede infine Abe.
"Spero tu sia d' accordo sul nome del maschio: Lincoln" propone Hobie.
"Mi auguravo tu lo facessi, in realtà".
"Quanto alla bambina" interviene Mindy "Si chiamerà Maria".
Lentamente gli altri salutano Hobie e Mindy e si recano all' esterno, gli occhi pieni di lacrime di gioia.
Alla fine, oltre ai due, rimane solo Abe:"Sembrano così indifesi, così piccoli, in un mondo così grande, pieno di pericoli".
"Non devono preoccuparsi dei pericoli" dice Hobie "Non finchè ci siamo noi. Non smetteremo mai di tentare di rendere migliore questo mondo. Così che loro, e tutti gli altri piccoli bambini del mondo, possano crescere nella pace e nella fratellanza".
"E noi diciamo Amen" conclude Mindy.

FINE